SONO IL MIO CORPO E SONO LA MIA MENTE!
Sono e quindi, mi muovo, mi emoziono, penso e percepisco....
Ciao!
Il testo scritto ed il podcast affrontano lo stesso argomento con parole diverse in modo diverso. Da ora in poi, leggere il testo o sentire il podcast non sarà più la stessa cosa.
In questa “Lettera di RE-EVOLUZIONE UMANA” provo a meditare sulla meditazione insieme a te. Cosa leggerai:
La meditazione di Sad Guru
Lo spirito è oltre la mente o un prodotto della mente?
Vivere pienamente: una scelta possibile
La meditazione di Sad Guru
MEDITAZIONE: dal latino “meditatio”, ovvero “riflessione”
Ho pubblicato un video recente in cui provo a raccontare a far riflettere attorno ad alcuni modi di meditare tipici di alcune tradizioni, in particolare tradizioni dell'India legate allo yoga.
La Meditazione di Sad Guru: Perché sì e perché No!
Nel video ho preso ad esempio Sad Guru. La meditazione è interessante e perché si pone in epoca moderna, in perfetta continuità con le tradizioni del passato, per quanto riguarda la cultura indiana. Il mantra che si recita durante la meditazione della Criyā Yoga è: "Non sono il corpo e non sono neppure la mente”.
Non entro in merito in questo scritto più di tanto riguardo al significato di mente. Considerata nelle tradizioni nell'antichità, dai Veda al buddismo, come una parte dell'essere per lo più cognitiva con alcuni aspetti emotivi ed anche spirituali, non sufficiente a raggiungere la trascendenza ultima, insomma la spiritualità in senso più largo.
Ora alla luce di tutto quello che a livello scientifico sappiamo, mi pare che la definizione di mente lasci un certo vuoto.
Solo la parola mente a me già evoca il vuoto tanto agognato da coloro che meditano, cercando qualcosa al di là della mente.
Cercando di rimanere fuori da questo grande vuoto cognitivo, potremmo provare a identificare la parola mente con una serie di processi cognitivi comportamentali, legati a processi TOP DOWN e BOTTOM UP nei quali il nostro cervello e tutto il nostro corpo insieme provano ad elaborare dei dati di tipo fisico emozionale squisitamente cognitivo e certo, anche esistenziale. Per gli amanti della spiritualità: spirituale.
Per me è più facile, è la mia materia. è la mia RE-EVOLUZIONE: “Vivere le quattro Aree Base: fisica-emozionale-cognitiva-esistenziale come stile di vita”.
“Non sono il corpo e non sono neppure la mente”
Questa frase riassume bene tutta una serie di tradizioni non solo vediche, indiane, buddiste, ecc., ma anche cristiane, legate ai testi biblici o ad altre culture ancora. Ci continuano a suggerire che non siamo solo questa realtà biologica, che la nostra coscienza è più vasta e abbraccia campi così diversi e così grandi che con la nostra ragione non possiamo raggiungerli.
Questo è in moltissime tradizioni spirituali.
Vale per tutte le tradizioni che ti chiedono di estraniarti dal tuo corpo e dalla tua parte cognitivo-emozionale. L'umanità ha passato moltissimi secoli, direi millenni, prigioniera del concetto che l'uomo così com'è, con i suoi processi biologici, cognitivi e appunto emotivi, con la sua spinta ad evolvere la coscienza sul piano personale e collettivo, non fosse abbastanza.
Non bastasse a se stesso come umanità per raggiungere maggiore pienezza, maggiore felicità, ecc. ecc.
Così l'avvento degli dei, insieme o uno alla volta... L'avvento degli dei ha creato il ponte per andare oltre quello che l'uomo percepisce come limite invalicabile della sua conoscenza e della sua coscienza. Ma anche un modo per scaricare la responsabilità di molte cose umane sugli dei stessi. Se uno solo: su dio stesso.
Lo spirito è oltre la mente o un prodotto della mente?
Quello che credo personalmente e che porto avanti con piacere, è invece che l'uomo è il centro ed è al centro di tutto ciò attorno a cui possiamo parlare, scrivere e quant’altro.
Nel caso più ateo possibile, è l'uomo che produce tutti gli oggetti della propria conoscenza attraverso la sua continua relazione con il mondo, in un accoppiamento continuo tra le sue azioni, le sue emozioni, i suoi pensieri ed anche attraverso le sue percezioni più sottili.
In filosofia c'è una grande distinzione tra ciò che è trascendentale e ciò che è trascendente. Molti filosofi si sono cimentati su questo argomento. A partire da Kant, per citarne uno famoso.
Trascendentale in senso generale, è qualcosa che non è riconducibile a una specifica esperienza ma che rende possibile quell'esperienza. In altre parole ciò che ci rende trascendentali sono i nostri costrutti cognitivo-comportamentali, le nostre basi fisiche e fisiologiche, neurali, emozionali ed anche spirituali, come prodotti della nostra stessa biologia.
Trascendente invece, è qualcosa che sta oltre le nostre possibilità biologiche-conoscitive; è qualcosa di immanente, che sta là sullo sfondo, qualcosa che assomiglia molto a tutti i concetti divini delle più diverse culture del mondo. Ma assomiglia anche al campo quantico oppure..IL CAMPO DEL PUNTO ZERO.
Insomma trascendentale è ciò che ci permette di agganciarci con la nostra coscienza nei diversi ambiti della vita, compreso quello trascendente. La scienza per sua natura lascia il trascendente al di fuori dei suoi paradigmi, non potendolo misurare, non potendolo agganciare direttamente. Insomma si occupa solo di ciò che è trascendentale, di ciò che sono gli strumenti dell'intelletto umano, attraverso diversi processi cognitivi, per produrre conoscenza.
Proprio di questo trascendentale mi occupo, pensando alle meditazioni, perché solo utilizzando al massimo il proprio corpo, la propria mente, come dicono gli antichi, posso spingermi oltre i consueti limiti.
La consapevolezza di sapere di non sapere, come diceva Socrate è l'arma più potente che spinge a sviluppare sempre di più la propria conoscenza, consapevolezza e coscienza, perché solo grazie allo sviluppo di queste, l'uomo più può farsi, mano a mano, un po’ più grande, diminuendo così un pochino alla volta la distanza tra sé e la trascendenza… quel luogo dell'essere mai raggiunto e mai raggiungibile, che crea la massima tensione possibile affinché questo avvenga.
Nella mia meditazione quindi ben consapevole che esiste un universo irraggiungibile, inconcepibile e inarrivabile, pronuncio con forza che io sono questo corpo, che io sono le mie emozioni e che io sono il mio intelletto, il mio pensiero ed anche il mio spirito: parola questa a cui ognuno ha la necessità di dare il taglio che sente più opportuno o di non dargliene affatto uno.
Vivere pienamente: una scelta possibile
Quando dico che io sono il mio corpo, che io sono la mia biologia, sottolineo con forza che SONO questa esperienza di vita, su quest terra. Questo crea il senso di qualsiasi cosa facciamo. Se vogliamo essere dei ricercatori spirituali, così come se vogliamo essere dei filosofi e altrettanto con forza, se vogliamo fare gli scienziati.
Per l'uomo e la donna di tutti i giorni è ben chiaro che…come mangiamo, come beviamo, come stiamo insieme, come facciamo l'amore, come ci relazioniamo in qualsiasi cosa facciamo: sul lavoro, in famiglia con gli amici…tutto questo è il grande nettare che costruiamo giorno per giorno, grazie a questo piano di esistenza. Essere consapevoli che ne esistono altri di piani, può essere una fortuna se questo ti porta a diventare più permeante, più forte, più consapevole che questo è il grande tesoro che hai nelle mani. Se invece, la spiritualità, la tensione verso il divino, il trascendente, chiamala come ti pare, ti porta solo ad andare via da questo piano di esistenza, fuggendo da questi luoghi, a volte troppo faticosi e per questo così importanti. Ecco, se la tensione verso lo spirito diventa un mezzo per andare via da questa realtà, allora…..allora vedi un po tu.
Le 4 aree base fatte risuonare assieme generano campi di coerenza.
La risonanza coerente è un fatto biologico , ma è anche un fatto esistenziale, perché gli stati di coerenza compenetrano i differenti livelli dell’essere, aumentando il campo trascendentale: lo strumento che ti permette di avvicinarti di più a………………………….
mettici la parola che ti piace di più.
Andrea